Immagini strazianti di una guerra mai conclusa.
L’attacco a sorpresa da parte di Hamas va condannato con fermezza per le ragioni che in tanti hanno richiamato nelle ultime 24 ore.
L’uccisione di centinaia di civili sopra a ogni altra considerazione.
La politica seguita negli ultimi anni dal governo israeliano non rappresenta una giustificazione per un atto di guerra e di terrorismo che potrebbe innescare una dinamica devastante in tutta l’area.
Molto si è detto a proposito della ricorrenza:
l’attacco è stato realizzato cinquant’anni esatti dopo il 6 ottobre 1973, nel giorno più sacro del calendario religioso ebraico (che può cadere in settembre o in ottobre e che vede il paese fermarsi in ogni attività).
Cinquant’anni fa la guerra dello Yom Kippur colse di sorpresa i vertici del governo e delle forze armate, diversi giornali oggi ricordano che l’episodio produsse nei fatti l’anno successivo le dimissioni di Golda Meir.

Ieri sera il Primo Ministro Netanyahu ha aperto la strada a una collaborazione di governo con i partiti all’opposizione, ma molti osservatori prevedono una resa dei conti interna appena superata la fase acuta di una crisi (una guerra) al momento dagli esiti imprevedibili.
Molto anche ci si interroga sulle ragioni politiche dell’attacco e sembra prevalere la volontà dell’Iran (e non solo) di evitare ogni sviluppo possibile negli accordi tra Israele e Arabia Saudita.
Se ne discuterà a lungo, oggi in questa domenica di una estate che non vuole terminare rimane la scia di morte e violenze che ancora una volta pare maledire quella terra e chi la vive.
Stamane avrei voluto commentare la grandissima manifestazione di ieri pomeriggio a Roma e il ruolo della Cgil, sempre stamane è uscita anche una lunga recensione che ho scritto sul libro del generale Vannacci, ma non è giornata per condividerla qui sopra.
Lo faremo casomai nei prossimi giorni.

GIANNI CUPERLO

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