Siti benedettini candidati UNESCO

SAN PIETRO AL MONTE, CANDIDATURA UNESCO, ZAMPERINI (FDI): PROGETTO AMBIZIOSO CHE CI INORGOGLISCE E CHE FARA’ CONOSCERE IL NOSTRO TERRITORIO IN TUTTO IL MONDO. ASSESSORE CARUSO: UN LUOGO DI PREGIO CHE MERITA L’INSERIMENTO TRA LE MERAVIGLIE DELL’UMANITA’.

Il complesso benedettino di S. Pietro al Monte in Civate è senza dubbio uno dei complessi abbaziali più interessanti della Provincia di Lecco e dell’intera Lombardia, meta di notevole interesse storico, artistico, religioso. Da oltre un decennio è avviato un processo di candidatura per l’inserimento del sito nella lista del patrimonio mondiale UNESCO.
Il processo di candidatura del sito seriale “Paesaggio culturale degli insediamenti benedettini dell’Italia medievale”, ed è stato avviato nel 2011, sotto l’impulso del sito di Civate, dimora della chiesa di San Pietro al Monte.

I SITI COINVOLTI: la candidatura coinvolge 8 siti e 6 Regioni.

• San Pietro al Monte (Civate, LC)
• Monasteri benedettini di Subiaco (ROMA)
• Abbazia di Montecassino (Cassino, FR)
• Abbazia di San Vincenzo al Volturno (Castel San Vincenzo, IS)
• Sacra di San Michele (Sant’Ambrogio di Torino, TO)
• San Vittore alle Chiuse (Genga, AN)
• Abbazia di Santa Maria di Far1fa (Fara in Sabina, RI)

LE FASI DELLA CANDIDATURA:
Una prima fase di raccolta di documenti ha consentito nel 2016, l’inserimento nella “Tentative List”, la lista propositiva nazionale italiana.
In una seconda fase, ravvisata la necessità di affiancare allo studio nazionale un inquadramento del fenomeno su scala europea, è stato redatto lo Studio tematico “Monachesimo benedettino e testimonianze materiali”
La terza fase del progetto ha visto la possibilità di sfruttare un nuovo procedimento di candidatura, operativo dal 2026 ma che può essere utilizzato in forma sperimentale già da quest’anno. Questo provvedimento prevede, prima della trasmissione del Dossier completo, l’invio di un Dossier più sintetico. Questo documento, il cosiddetto “Preliminary assestment, è stato trasmesso lo scorso 30 agosto alla Commissione Nazionale UNESCO, e selezionato l’8 settembre tra le altre candidature italiane. Se l’esame di questo documento darà esito positivo, si procederà alla redazione del Dossier ufficiale di candidatura che dovrà essere trasmesso entro il 1° febbraio 2026.

Sull’argomento è intervenuto il Consigliere Regionale lecchese, Giacomo Zamperini.

«Tengo molto a ringraziare l’Assessore Francesca Caruso, con la quale stiamo lavorando da tempo a questo progetto che ci inorgoglisce e che farà conoscere il nostro territorio in tutto il mondo, non soltanto per le nostre bellezze naturalistiche tra lago e monti, ma anche per l’inestimabile patrimonio culturale e storico di cui San Pietro al Monte è il più fulgido esempio. Regione Lombardia sostiene sin dai suoi albori questo ambizioso percorso di candidatura, che ha preso forma proprio su impulso del sito di Civate. Un contributo di 25.000 euro era già stato stanziato nel 2014, per il recupero e la valorizzazione dello scavo archeologico della Basilica di San Pietro al Monte.
Custodiamo dei tesori meravigliosi che finalmente saranno conosciuti ovunque e porteranno anche un indotto turistico di qualità.
È doveroso anche ringraziare tutti coloro che insieme a noi, stanno lavorando per ottenere questo importante riconoscimento.», conclude il consigliere regionale Giacomo Zamperini.

“La Lombardia – ha evidenziato Caruso – è la regione più ricca di aree tutelate dall’Unesco: San Pietro al Monte costituisce un tesoro da valorizzare ulteriormente. Un luogo di pregio che a pieno titolo può essere inserito tra i Patrimoni dell’Umanità e che merita una promozione e una visibilità internazionale. L’abbazia rappresenta un connubio straordinario tra il linguaggio architettonico romanico e un contesto naturale e paesaggistico di qualità. Complimenti a chi, sul territorio, ha avviato questo processo negli anni scorsi. Regione farà tutto ciò che è nelle sue possibilità per contribuire a raggiungere il traguardo”.

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