Cento anni fa nasceva Giancarlo Puecher

Storicamente un gruppo partigiano operante sulla Berlinghera in Alto Lario diviene nell’estate 1944 distaccamento “Puecher” della 52a brigata Garibaldi “Luigi Clerici” che inizia ad operare ai comandi di Luigi Canali “Neri” ed Enrico Caronti ”Romolo”.

Il gruppo si rinforza con l’arrivo di Pier Luigi Bellini delle Stelle “Pedro”, Urbano Lazzaro “Bill” e altri che saranno i protagonisti dell’arresto di Benito Mussolini.

Roberto Cenati – presidente Anpi regionale della Lombardia così lo ricorda:

Cento anni fa nasceva Giancarlo Puecher, partigiano, fucilato dai fascisti il 21 dicembre 1943.
Giancarlo Puecher Passavalli, partigiano cristiano, nasceva un secolo fa, il 23 agosto 1923, a Milano. Il padre Giorgio era uno stimato notaio di origini trentine: liberale e antifascista. Nell’estate del
1943 dovette trasferirsi con la famiglia in Brianza, a Lambrugo.
Subito dopo la caduta del fascismo e in seguito all’armistizio, di fronte all’occupazione tedesca e all’usurpazione della Repubblica sociale di Mussolini, Giancarlo non esitò a passare all’azione, animato da spirito patriottico e da desiderio di libertà. Confidatosi
con i sacerdoti che in zona già sostenevano la Resistenza, anche Puecher si fece partigiano, organizzando un gruppo di altri giovani come lui e portando a compimento atti per lo più dimostrativi, di
disturbo e di sabotaggio, nei confronti dei nazifascisti. La sera del 12 novembre 1943 lui e l’amico Franco Fucci incapparono in un posto di blocco di militi repubblichini, nei pressi di Ponte Lambro: essendo in
possesso di volantini antifascisti e di materiale esplosivo, il compagno tentò la fuga, rimanendo ferito. Puecher fu condotto in carcere a Como, dove presto furono rinchiusi altri partigiani del gruppo. Anche suo padre venne arrestato, colpevole “solo” di essere contrario al regime e di non aver saputo “educare” il figlio:deportato nei lager nazisti, Giorgio Puecher morirà di stenti a Mauthausen il 17 aprile 1945. La situazione già drammatica per Giancarlo precipitò il 20 dicembre 1943, dopo l’attentato a uno
squadrista di Erba. I repubblichini decisero di condannare a morteGiancarlo Puecher. Al frate che lo confessò, Puecher consegnò una lettera per la sua famiglia, in cui si legge: «Muoio per la mia Patria. Ho sempre fatto il mio dovere di cittadino e di soldato Spero che il mio esempio serva ai miei fratelli e compagni… L’amavo troppo la mia Patria: non la tradite, e voi tutti giovani d’Italia seguite la
mia via e avrete il compenso della vostra lotta ardita nel ricostruire una nuova unità nazionale». E infine: «I martiri convalidano la fede in una vera idea. Ho sempre creduto in Dio, e perciò accetto la sua
volontà». Giancarlo Puecher venne fucilato a soli vent’anni nel cimitero nuovo di Erba il 21 dicembre 1943. Fu insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, la prima, subito dopo la Liberazione.
Roberto Cenati – presidente Anpi regionale della Lombardia

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