La “strana” fine di Prigozhin, caduto per un incidente aereo a dir poco “strano” (qualcuno afferma che sia stata la contraerea russa) mi ricorda la analoga fine di Italo Balbo, in Libia nel 1940.

Ora non credo ci sia bisogno di ricordare chi era Prigozhin : molto recente, appena due mesi fa, nel giugno 2023, la sua “ribellione” alla gestione catrastofica della guerra da parte dei comandi militari russi, la sua tentata “Marcia su Mosca”, arrivando vicino alla capitale ma poi tornando indietro “per non provocare vittime”, cioè una guerra civile, la sua aperta sfida e ribellione a Putin.

Successivamente sono avvenute indagini nei suoi appartamenti, dove sono state trovate ricchezze elevatissime in contanti, oro e buoni di Stato, anche per pagare i mercenari.
La sua “fuga” in Bielorussia, e proprio negli ultimi giorni in Africa, da dove aveva proclamato, appena tre giorni fa, che la Russia darebbe ridiventata “grande”.

Dicevo quindi del paragone con Italo Balbo, “Quadrumviro” della Marcia su Roma, membro del Gran Consiglio del Fascismo, uno dei dirigenti più attivi del Fascismo fin dall’inizio.
Appassionato di aerei, e fondatore di “SuperAereo”, l’Aeronautica Militare italiana dell’epoca, mentre le forze navali erano la “SuperMarina”, memorabile fu la sua “Transvolata atlantica” , con 25 idrovolanti, conclusasi nell’Agosto 1933 negli Stati Uniti.

Lì venne accolto come un trionfatore, soprattutto da migliaia di italo-americani che da non molti anni avevano eletto gli USA come seconda patria.
Ma anche dalle autorità americane, che pur non vedendo di buon occhio la dittatura mussoliniana, avevano un ottimo rapporto con l’Italia, loro alleata nella I Guerra Mondiale.
Fu quindi anche per questo che Balbo, uno dei pochi Fascisti che viaggiava in Europa (mentre Mussolini quasi mai si spostava da Roma, se non per andare in Germania) fu sin dall’inizio contrario all’alleanza con il “Terzo Reich” hitleriano, che capovolgeva gli indirizzi della politica estera italiana degli ultimi venti anni.
A protestare vivacemente per la nuova alleanza, determinata dalla Guerra d’Etiopia, anche il Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano (anche lui fece una brutta fine) che come ambasciatore a Berlino aveva ben conosciuto i Tedeschi.
Le proteste di Balbo furono sempre molto vivaci, ma Mussolini non osava toccarlo perchè il quadrumviro era molto popolare nel popolo italiano.
Lo nominò quindi nel 1934 Governatore della Libia (Cirenaica e Tripolitania) ove rimase anche agli inizi della nuova guerra.
Il 28 Giugno 1940, a poche settimane dalla Dichiarazione di Guerra, il suo aereo stava sorvolando Tobruk, dove si stava svolgendo una durissima battaglia contro gli Inglesi, ma fu la contraerea italiana ad abbattere il suo aereo, dichiarando successivamente che fosse stato scambiato per un aereo nemico, cosa che ha sempre lasciato molti dubbi.

Ancora un altro incidente aereo che ha suscitato molti dubbi, fu quello occorso a Enrico Mattei, fondatore dell’ENI, il 27 ottobre 1962 vicino a Pavia.
Con quello “strano” incidente sparì un uomo che aveva preoccupato non poco le “sette sorelle”, cioè le maggiori compagnie petrolifere mondiali, con la sua politica attivissima nel campo delle risorse energetiche italiane.

Insomma, spesso gli “incidenti” aerei risolvono delle situazioni imbarazzanti (per qualcuno) : probabilmente si potrebbero fare molti altri esempi, ma tutto naturalmente è stato coperto da una cortina fumogena molto consistente. Sarà così anche per Prighozin, a dire il vero considerato da qualcuno, già due mesi fa, un “dead man walking” ?

Enrico Baroncelli

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