La storia del saldo del conto al ristorante in Albania, lasciato dai ladruncoli italiani è una piccola storia dal punto di vista economico: ottanta euro.
E non varrebbe la pena parlarne oltre.
Ma mi ha colpito la reazione rabbiosa della Meloni: “Chi mi attacca preferisce i ladri”.
Eh no.
Io sono tra quelli che pensano che la gestione di questa vicenda da parte della Premier sia stata sbagliata. Ma, comunque la si pensi, questa reazione è ingiustificabile. I ladri li preferirà lei, che gli salda il conto, non certo chi la critica.
Ma al di là della scelta di pagarlo e al di là del trattare un ambasciatore come un cameriere (andare a pagare i conti non rientra nei suoi compiti istituzionali) quel che mi colpisce davvero sono le diverse versioni e le diverse bugie che ci hanno raccontato su questa piccola vicenda.
Prima l’ambasciata comunica che “su indicazione del Presidente Meloni abbiamo provveduto a saldare il conto”.
Poi, solo dopo le polemiche, l’ambasciata precisa: “Abbiamo provveduto a saldare il conto ma con fondi personali della Premier per il tramite dell’ambasciata” (procedura invero un po’ strana).
Ma la bugia più grande la Meloni la racconta oggi, quando dice: “Non volevo neanche farlo sapere”. E qui la smentita arriva direttamente dal Presidente albanese Edi Rama che ha raccontato: “La Meloni ha ordinato all’ambasciatore: ‘Vada a pagare il conto di questi imbecilli, per favore, e faccia un comunicato!’”.
Quindi la Meloni ha ordinato di pagare e di farlo sapere. Punto.
Ripeto: è una piccola storia miserabile sotto ogni punto di vista.
Perché si tratta di ladri.
E di chi voleva farsi bello sui ladri e non c’è riuscito. La Meloni ha pensato che con poca spesa poteva fare un figurone e ha voluto farlo sapere. Ora che si è resa conto che si è trattato di un mezzo autogol non sa con chi prendersela.
Ma la risposta è sempre la stessa, vale per le cose serie come l’aumento delle accise sulla benzina come per la figuraccia sul conto di Berat: se cerca un responsabile può tranquillamente guardarsi allo specchio.

Luciano Nobili
(consigliere regionale Lazio, già deputato di Italia Viva)

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