Avete letto i dati Istat di oggi? Crollo del 7,2% della produzione industriale, un record negativo. L’industria arretra bruscamente come nel 2020, al tempo della pandemia, anche se fortunatamente la pandemia non c’è più.

Del resto non c’è da sorprendersi, visto che il Governo di Giorgia Meloni, che dall’opposizione ci dava dei “criminali” proponendo 1000 euro a tutti con un click, da quando si è insediato a Palazzo Chigi sta riproponendo la ricetta economica dell’austerità, tagliando gli investimenti nell’edilizia e quelli nell’innovazione delle imprese, ovvero il Piano Transizione 4.0. Ha tagliato e ridotto tutti i crediti d’imposta, proprio mentre dall’altra parte dell’Oceano gli Stati Uniti si sono affidati a un maxi piano di investimenti in transizione ecologica tutto basato sui crediti d’imposta.

L’incapacità, l’inadeguatezza e la mancanza di coraggio del Governo Meloni spingono le nostre imprese sull’orlo di un burrone mentre si creano ogni giorno diversivi per distrarre l’opinione pubblica: prima l’emergenza rave e il pugno duro contro i giovani che lanciano l’allarme sul clima, poi la caccia ai trafficanti di esseri umani per tutto il globo terracqueo, il tutto condito da concetti deliranti sulla “sostituzione etnica”.

A rendere la prospettiva ancora più preoccupante v’è la conclamata incapacità del Governo di mettere a terra gli investimenti del PNRR, che servirebbero come il pane per consentirci il rilancio e non ritornare fanalino di coda dell’Europa. La verità è che il Governo non ha una visione e non ha strumenti per favorire la crescita e lo sviluppo sociale.

Come pensa di contrastare il fallimento nell’attuazione del PNRR abolendo i controlli della Corte dei Conti? Come pensa di agevolare la competitività delle imprese spingendole a non pagare le tasse che considera un “pizzo di stato”?

Eppure c’è un modo per porre rimedio, riavviando l’economia e gli investimenti: i crediti d’imposta, ovvero Transizione 4.0 e investimenti edilizi. Perché l’Esecutivo non impiega più massicciamente i fondi PNRR che non è capace di spendere per agevolare e rilanciare questa tipologia di investimenti?

All’attuale Governo sarebbe bastato copiare quelle ricette economiche, le nostre ricette economiche. E invece le ha combattute, tagliando le misure per la crescita con cui abbiamo scongiurato il crollo del Paese durante la pandemia in cambio degli applausi di qualche falco dell’austerità a Bruxelles. La “pacchia” è finita, come avevano promesso in campagna elettorale: ma è finita per i cittadini italiani.

Non possiamo rassegnarci a vedere l’Italia in ginocchio. Il 17 giugno tutti in piazza a Roma per risvegliare e risollevare il nostro Paese.

Giuseppe Conte

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